L’arte per la natura, il primo tributo all’ecosostenibilità
Il mondo dell’arte non è estraneo al sempre più discusso concetto di sostenibilità ambientale. Al contrario, possiamo dire che sia il precursore del vivere e creare in ottemperanza e nel rispetto dei valori ambientali. Negli anni Settanta nasceva, infatti, in America la Land Art che poneva la natura al centro del discorso artistico, facendo uso di materiali naturali per comporre le opere, rendendole così deperibili.
Questo tipo di arte, nata come movimento di rottura con la precedente idea di un’arte commerciale svolta per lo più in ambienti di lavoro chiusi, prediligeva l’utilizzo di materiali quali rami, sassi, foglie e tutto ciò che la natura poteva mettere a disposizione salvo poi restituire, nel momento di deperimento dell’opera, tutto ciò che l’ambiente aveva donato.
Nel tempo, la Land Art si è trasformata e differenziata in molteplici filoni. In Svizzera a Grindelwald, ancora oggi, ha luogo il Landart Festival, forse la più importante manifestazione al mondo che celebra l’arte sostenibile. Alla manifestazione partecipano ogni anno artisti provenienti da tutto il mondo, dall’Europa al Canada alla Corea del Sud[1].
Anche l’Italia si è appropriata di questa fetta di costume ideando manifestazioni per onorare le diverse sfaccettature dell’arte nella sostenibilità: una delle più famose è l’Apulia Land Art Festival. Figlia della tradizione della Land Art, l’Apulia Land Art Festival è sbarcata in Italia nel 2012 in Puglia e rappresenta il punto d’incontro tra l’arte contemporanea e il territorio; promuove la creazione artistica in particolari contesti paesaggistici.
Ma sono moltissime le iniziative artistiche legate all’ecosostenibilità, alla fotografia alla pittura, dalla scultura all'architettura, dal teatro alla musica. Tutte le arti possono essere declinate secondo principi di sostenibilità e armonia con l'ambiente.
Col titolo "Mettiamo mano al nostro futuro", l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asviv) ha condotto la terza edizione del Festival dello sviluppo sostenibile che si è chiusa da poco e che ha avuto come fine ultimo l'obiettivo di creare le condizioni per consentire all'Italia di attuare l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e centrare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, sottoscritti da 193 nazioni nel 2015[2].
L’università Ca’ Foscari di Venezia è già molto (dal 2013) che sta sviluppando il tema di Arte e Sostenibilità, costruendo progetti che enfatizzino il legame fra la sostenibilità e il mondo dell’Arte, quest’ultimo particolarmente connesso alla città di Venezia e ad alcuni dei principali settori di ricerca di Ca’ Foscari.
I progetti coinvolgono una molteplicità di soggetti – studenti, artisti, docenti e ricercatori, comunità locale e internazionale – e permettono di aumentare la consapevolezza delle problematiche legate ai cambiamenti globali e di fare divulgazione scientifica, condividendo soluzioni e ambiti di ricerca, proprio nell’ottica interdisciplinare che è peculiare del tema della sostenibilità[3]
È infatti alla sua terza edizione il Sustainable Art Prize, un premio sui temi della sostenibilità dedicato agli artisti presenti ad ArtVerona. Anche qui l’obiettivo è quello di promuovere lo sviluppo sostenibile e creare una coscienza ecologica comune, in un presente in cui si vontinuano a depredare inconsapevolmente le risorse a nostra disposizione[4].
L’iniziativa si inquadra in un contesto più ampio, una vera e propria missione dell’Università Ca’ Foscari di promozione e promulgazione dell’Agenda 2030, accordo di 17 punti sottoscritto dai leader mondiali delle Nazioni Unite per l’impegno ecologico e la salvaguardia del pianeta
[1] Land Art: anche l’arte è sostenibile, Effetto Terra.
[2] Giovanni Gagliardi, La collezione Guggenheim e Asvis, l’arte si fa sostenibile, la Repubblica, 22 maggio 2019.
[3] Per approfondimenti si veda la sezione Arte e Sostenibilità del sito dell’università: www.unive.it.
[4] Abbiamo da poco raggiunto, infatti, l’Earth Overshoot Day, il giorno che segna il termine delle risorse rinnovabili a disposizione per l’intero anno solare. A partire da questo giorno l’uomo sarà costretto ad attingere dalle riserve. L’emergenza si evidenzia se si tiene conto che quest’anno l’Earth Overshoot Day è stato il 29 luglio, nel 2018 il primo agosto, trent’anni fa a metà ottobre. Silvia Morosi, Earth Overshoot Day 2019, dal 29 luglio abbiamo finito tutte le risorse annuali della Terra, il Corriere della Sera, 29 luglio 2019.