La nuova eco-plastica spiana la strada verso il futuro
Da diversi anni si stanno vagliando alternative possibili all’utilizzo del tradizionale asfalto per il rivestimento delle strade, che rilascia nell’atmosfera circa 27 kg di Co2 per ogni tonnellata prodotta, contribuendo così all’aumento del calore urbano[1].
È dell’ingegnere Toby McCartney, irlandese e CEO della compagnia MacRebur, l’idea di costruire strade in plastica, economiche ed ecosostenibili, sostituendo il materiale riciclato ai combustibili fossili presenti nell’asfalto. Una vera iniziativa green che si affaccia in un momento in cui la plastica è giunta ad avere un impatto devastante sull’ambiente e sull’ecosistema terrestre. McCartney rovescia così il concetto di utilizzo e aggiunge un nuovo traguardo alla frontiera del riciclo.
La sfida è stata accettata dall’amministrazione di Londra, che ha ripavimentato una delle principali e più trafficate strade del borgo di Enfield con il nuovo asfalto che annovera al suo interno, al posto del convenzionale bitume, un mix di plastiche riciclate. Ogni tonnellata di questo eco-composto impiega dai 3 ai 10 kg di plastica riciclata con il vantaggio di essere più economico nella produzione e più resistente all’usura[2].
“Enfield è entusiasta di questa prova su strada e speriamo di poter ampliare l’utilizzo di questi materiali nel nostro distretto per deviare la plastica dalla discarica alla costruzione di strada e ridurre così l’utilizzo di combustibili fossili” dichiara Daniel Anderson, membro del consiglio di Enfield per l’ambiente[3].
La MacRebur aveva già iniziato a sperimentare il nuovo asfalto pavimentando differenti tratti stradali, compreso uno dell’autostrada A7 nel Lake District in cui sono state recuperate circa cinquecentomila bottiglie. La stessa plastica riciclata dai londinesi negli appositi contenitori blu.
Ocean Watch, organizzazione per la tutela degli oceani, stima che ci siano 140 milioni di tonnellate di plastica nei mari del mondo e nonostante molte associazioni stiano da anni operando per la salvaguardia degli oceani e la raccolta di plastica nei mari, nel 2014 meno di un terzo della plastica mondiale è stato riciclato[4].
“Questi prodotti offrono un modo unico di migliorare l’asfalto restituendo una soluzione economica e duratura” afferma la società, che del riciclo della plastica ha fatto uno dei suoi principali obiettivi aziendali, come si legge nella home del loro sito: “MacRebur’s mission is to help solve the waste plastic epidemic and the poor quality of roads we drive on around the world today” (“La missione della MacRebur è quella di aiutare a risolvere l'epidemia di plastica di scarto e la scarsa qualità delle strade che percorriamo oggi in tutto il mondo”)[5].
La stima sull’iniziativa londinese ha già fornito i primi dati positivi. Il monitoraggio della strada ha dimostrato, infatti, che l’eco-asfalto sta funzionando bene e si sta avvalorando l’ipotesi di applicarlo anche in altri distretti di Londra.
Tuttavia McCartney non è stato il primo a teorizzare l’utilizzo di materiale ecosostenibile per la riqualificazione del manto stradale. In Olanda, nel 2017 la Kws, società del gruppo edilizio VolketWessel, ha messo a punto un progetto denominato PlasticRoad[6], sicuramente più complesso, un sistema di strutture modulari composte interamente di materiale riciclato, che si incastrano tra loro costituendo di fatto una superficie stradale molto più resistente dell’asfalto. Detti moduli hanno il duplice pregio di permettere il passaggio di tubazioni e cavi elettrici ed essere facilmente sollevati per favorire gli interventi di manutenzione.
In India, il Professor Rajagopalan Vasudevan, docente di chimica presso il Thiagarajar College of Engineering, ha formulato l’utilizzo di uno speciale tipo di asfalto composto da plastica di scarto triturata aggiunta al bitume riscaldato. Nella città di Chennai, Jambuligam Street è stata realizzata già dal 2002 con questo materiale e attualmente tale strada non presenta buche da usura o crepe causate da agenti atmosferici. Il governo indiano ha quindi stanziato, lo scorso anno, 11 miliardi di dollari per realizzare 83 mila chilometri di nuove strade entro cinque anni[7].
Non possiamo far a meno di notare che soluzioni di questo genere non solo sono teorizzabili ma già esistono e possono essere facilmente adottate dai vari Paesi. Iniziative come quella di McCartney gettano le basi per un futuro in cui il dialogo fra tecnologia e ecologia non solo è possibile, ma è viva sorgente di progresso.
La sostenibilità per un futuro migliore è il medesimo concetto che sta alla base del tema della prossima Esposizione Universale: “Connecting minds, creating the future” (“collegare le menti, creare il futuro”). L’Esposizione Universale, che avrà luogo a Dubai (la prima dei paesi del Medio Oriente ad ospitarne una) a partire dall’ottobre 2020, si concentra non su un tema ma su una vera e propria missione, che vede nella collaborazione fra popoli la chiave per lo sviluppo e l’innovazione.
[1] Erika Seghetti, Strada di plastica riciclata, in Olanda parte la sperimentazione, green.it, 21 febbraio 2017.
[2] Omar Abu Eideh, Plastica riciclata al posto del bitume: il test del nuovo asfalto ecologico a Londra, La Stampa “Motori”, 6 aprile 2018.
[3] Ibid.
[4] Francesca Mancuso, Le strade di Londra rifatte con asfalto che ricicla la plastica (e riduce le buche), greenMe, 14 marzo 2018.
[5] Dal sito ufficiale della MacRebur (www.macrebur.com).
[6] Erika Seghetti, Strada di plastica riciclata, in Olanda parte la sperimentazione, green.it, 21 febbraio 2017.
[7] Omar Abu Eideh, Plastica riciclata al posto del bitume: il test del nuovo asfalto ecologico a Londra, La Stampa “Motori”, 6 aprile 2018.