Expo 2020 Dubai: ottenere un futuro con la Sostenibilità
Alla vigilia del periodo meno ecosostenibile che il mondo abbia visto e nel bacino dove si prevede la maggior crescita demografica nei prossimi 10 anni[1] e la più seria crisi delle risorse idriche, Expo Dubai mostrerà come i 100 Paesi che prendono parte all’iniziativa sono capaci di cambiare il futuro invertendo questa tragica aspirale ascendente.
A partire da ottobre 2020 e per la durata di un anno, Dubai ospiterà la prossima Esposizione Universale. Il flusso previsto è di circa 25 milioni di visitatori (il 70% dei quali provenienti da oltreoceano) e sarà la prima ad aver luogo in un paese arabo. La fine dei lavori è prevista per la fine del 2019 e il nuovo anno aprirà contemporaneamente le porte all’Expo e ai festeggiamenti del Gold Jubilee degli Emirati Arabi, il cinquantesimo anniversario del Paese dall’indipendenza dal Regno Unito (2 dicembre 1971).
Il tema dell’evento è Connecting Minds, Creating the Future (collegare le menti, creare il futuro), sotto il quale si raccolgono tre differenti concetti che approfondiscono e motivano l’intento di creare un nuovo domani: sostenibilità, per un progresso che non comprometta la vita e i bisogni delle prossime generazioni; mobilità, per creare nuove e più efficienti connessioni (siano esse fisiche o virtuali) tra persone, comunità e Paesi; opportunità, da sbloccare a vantaggio del futuro dei popoli.
La sostenibilità sarà quindi uno degli argomenti portanti di tutta l'esposizione. Adesso più che mai non è possibile per la comunità mondiale accettare la creazione di una manifestazione a livello globale che inquini e sprechi preziose risorse. Neanche il “paese del petrolio” può rimanere indifferente alla prossima grande crisi naturale. Gli organizzatori hanno quindi profuso il massimo impegno e si sono avvalsi della consulenza di specialisti e progetti da tutto il mondo per creare un'esposizione più possibile green.
Ne è un esempio l’utilizzo dell’elettricità durante l’evento, metà della quale sarà generata attraverso fonti rinnovabili. L’intero sito sarà coperto da un tessuto fotovoltaico sospeso sopra i padiglioni. Lo scopo degli organizzatori è quello di generare almeno metà dell’energia necessaria alla manifestazione direttamente sul luogo, assicurando nel frattempo ombra durante tutto il giorno. E al calar del sole l’intera struttura si trasformerà in uno schermo illuminato da luci e proiezioni digitali. Il 90% del materiale da utilizzare nelle nuove costruzioni sarà invece riconvertito e riutilizzato da vecchi edifici e infrastrutture[2].
L’area espositiva di Dubai 2020 sarà allestita nei 400 ettari del nuovo quartiere Dubai Center-Jebeli Ali, vicino l’Aeroporto Internazionale Al Makotum. Il sito è equidistante dalle città Dubai e Abu Dhabi. Una fitta rete di trasporti inoltre collega l’expo alle città. Tuttavia è in fase di realizzazione l’Hyperloop, un treno a capsule alimentato a pannelli solari in grado di permettere gli spostamenti tra una città e l’altra in 12 minuti (per 157 km). All’interno dell’area espositiva troviamo inoltre cabinovie, bus a zero emissioni e sarà ostruita un’apposita stazione metropolitana a Dubai[3].
La mobilità vedrà anche il contributo dell’Italia attraverso la realizzazione di mezzi di trasporto a guida autonoma formati da piccoli moduli autonomi. I moduli (paragonabili a piccole funivie ma senza cavi) sono in grado di ruotare su sé stessi e di parcheggiare agevolmente grazie alla forma cubica. Possono inoltre essere agganciati e sganciati a piacimento, permettendo la regolazione di volta in volta in base ai flussi. Un algoritmo raccoglie in tempo reale le destinazioni richieste dagli utilizzatori e calcola i vari percorsi diversificati: così se in un “bus” parte dei passeggeri deve raggiungere una destinazione differente, i diversi moduli resteranno agganciati per la prima tratta per poi sganciarsi diventando due o più minibus autonomi diretti in luoghi differenti. Una grande innovazione che permetterà di ottimizzare sia consumi che mobilità[4].
E non sarà il solo contributo che il nostro paese darà all'esposizione. Il padiglione dell’Italia sarà un grande hub esperienziale di innovazione, espressione delle più avanzate forme di sostenibilità. Non solo plastic free, sarà realizzato nei migliori intenti ecosostenibilie vedrà ogni giorno la partecipazione di studenti, docenti, imprenditori, manager, professionisti e artisti.
Il padiglione è intitolato alla “Bellezza che unisce le persone” e sarà, oltre ad un esempio di sostenibilità, un modello di circular economy, all’avanguardia per progettazione integrata e utilizzo di materiali riciclati, durevoli, naturali e di tecnologie per il massimo contenimento dei consumi energetici e idrici con sistemi raccolta e riciclo delle acque, di smaltimento dei rifiuti e di riduzione dell’inquinamento acustico e luminoso.
L’Italia a Dubai punterà alla sostenibilità educativa, con la partecipazione di studenti e un’offerta formativa di oltre 40 università; racconterà la sostenibilità culturale attraverso orchestre, cori, cinema, design, artisti, musicisti, scenografi; spiegherà la sostenibilità agro-alimentare delle nostre filiere che lavorano sugli standard più avanzati di produzione agricola e ittica, sulla difesa della biodiversità nei campi e in mare; volgerà lo sguardo alla sostenibilità spaziale insieme all’Asi e ad altre imprese aerospaziali per il monitoraggio degli ecosistemi e la sicurezza dei mari e delle coste; affronterà il dibattito sulla sostenibilità salute-alimentazione con la medicina innovativa dei cluster pharma[5].
[1] L’area che prende il nome di Me.Na.Sa (Middle East, North Africa e South Asia).
[2] Giampiero Spelozzo, Dubai Expo 2020 in 10 punti: cosa sapere sulla prossima Esposizione Universale, Vivi Dubai, 8 marzo 2019.
[3] Ibid.
[4] Bus modulari a guida autonoma, startup italiana conquista Dubai (e Padova), Innovation Nation, 11 febbraio 2019.
[5] Paolo Glisenti, All’Expo 2020 Dubai Italia leader nella sostenibilità, il Sole 24ore, 30 maggio 2019.