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28 maggio, 2019

Anche l'industria si adegua al nuovo paradigma di economia circolare

Come rappresentante del Gruppo Green Holding sono ben consapevole di quanto il paradigma socio-economico attuale sia in una fase di profonda trasformazione e reinterpretazione, nei confronti di quella che viene definita economia circolare, attraverso una decisiva virata verso l'adozione di una cultura del recupero.

Prendiamo ad esempio il settore edile: secondo il rapporto di sostenibilità di Aitec nel solo 2017 ha visto il recupero di oltre 1,84 milioni di tonnellate di materie prime residuali, per un investimento triennale di 87,5 milioni in tecnologie innovative. E Aitec, Associazione delle Aziende Italiane Produttrici di Cemento, una sezione di Confindustria Federbeton, rappresenta nazionalmente il 90% della produzione cementizia e il 97% di quella di clinker (sempre secondo l'analisi del Rapporto di Sostenibilità 2015-2017). Questo rende l'intera filiera di produzione del cemento in Italia un notevole fattore d'impatto alla transizione nazionale verso un’industria mossa da principi di circolarità.

L’Economia Circolare, applicata alla filiera del cemento e del calcestruzzo, è il miglior veicolo per contribuire al contenimento dei cambiamenti climatici. L’attuazione di azioni volte al recupero di materia, al recupero energetico, all’ottimizzazione dei processi produttivi e al dialogo con i territori, sono fondamentali per realizzare un virtuoso modello economico circolare. Ogni azione compiuta in questa direzione oltre ad essere sostenibile ambientalmente e socialmente, può generare valore economico. Ecco dunque che l’economia circolare diventa un fattore di competitività determinante, oltreché distintivo”, ha quindi confermato Antonio Buzzi, il Coordinatore della Commissione Ambiente ed Economia Circolare di Federbeton Confindustria.

Sulla base dell'analisi delle aziende affiliate a Aitec, infatti, si è appurato che le 19 imprese cementiere operative (con 59 impianti attivi di produzione) mantengono un andamento del +0,3% da qualche anno, con una produzione scadenzata di 19,3 milioni di tonnellate di cemento. Attraverso il forte investimento in tecnologie innovative del triennio, quindi, hanno potuto re-immettere materiali recuperati all'interno del flusso produttivo così da renderli risorse riutilizzabili, aumentando allo stesso tempo il tasso di sostituzione dei combustibili fossili e il recupero di rifiuti urbani e industriali. In questo modo hanno contribuito anche all'assorbimento di una parte della mole di raccolta urbana e industriale differenziata.

I risultati sono stati sorprendenti: quasi 360.000 tonnellate di combustibili alternativi sono stati reindirizzati dalla discarica o da recuperi energetici alternativi, contribuendo al passaggio della sostituzione calorica necessaria dal 14,9% al 17,3% del 2017. Certamente si tratta di un processo ancora lungo, che nonostante il suo sforzo è anni-luce lontano dai valori delle altre economie Europee come la Germania con il suo 66% o l'Austria che arriva addirittura al 76% (per una media continentale del 40%).

Si è comunque registrato un +1,2% della sostituzione delle materie prime naturali con quelle residuali, portando l'Italia al recupero complessivo di oltre 1,84 milioni di tonnellate di materie prime recuperate per un tasso complessivo del 7,4% (a fronte di una media europea del solo 4,4%). Un altro traguardo, raggiunto grazie all'utilizzo di combustibili in biomassa al posto di quelli fossili, è stato il drastico abbattimento delle emissioni (-12,4% di CO2, -29,4% di polveri PM10, -29,7% di ossidi di azoto e addirittura -32,6% di ossidi di zolfo)[1]

Una gestione virtuosa, dunque, che può essere paragonabile a quella che è la nostra visione del settore dei rifiuti. "Nell’attività svolta da [...] Green Holding si fanno continuamente passi avanti, in ottica di economia circolare, sia nel trattamento e smaltimento di rifiuti industriali pericolosi e non pericolosi, con impianti tra i più importanti in Italia, sia nell’attività di bonifica, dove sempre più si separano i materiali inquinati da quelli recuperabili in loco al fine di limitare l’uso delle discariche e l’impatto sull’ambiente circostante ai cantieri" affermava in una recente intervista il Presidente della Holding Alberto Azario[2].

Quello che serve, allo stato attuale, è una maggiore comunicazione di quanto si fa per l'ambiente e di come gli obiettivi imprenditoriali possono e devono inserirsi all'interno di questo nuovo paradigma circolare, così da rendere tutti gli stkeholders e, in particolare, gli abitanti dei territori in cui operano le industrie, consapevoli di cosa vuol dire agire in maniera virtuosa e rispettare l'ambiente.

E' quanto è accaduto lo scorso 29 marzo allo Spazio Mediterraneo, nei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, dove Legambiente Sicilia con la presenza del presidente nazionale Stefano Ciafani e del governatore della Sicilia Nello Musumeci hanno promosso l'Ecoforum Regionale su Rifiuti ed Economia Circolare. La giornata è consistita in focus di settore, confronti e approfondimenti su uno dei filoni più interessati (e attenzionati) circa il tema del recupero di risorse. Il titolo dell'iniziativa, poi, riportava Rifiuti zero, impianti mille, a sollevare un altro problema del nostro Paese e cioè la preoccupante mancanza di siti dove lavorare quanto virtuosamente riusciamo a recuperare. In particolar modo in Sicilia, dove ha avuto luogo l'evento, si è assistito ad un netto salto in avanti (dal 18% al 35%) della raccolta differenziata che però, senza un adeguato numero di impianti, non si è convertito in una conseguente riduzione in bolletta[3].

Un altro esempio, che ci riguarda da vicino, ci è dato dall'incontro avvenuto il 26 marzo al Centro Congressi Unione Industriale di Torino, dove per il trentennale di Barricalla Spa si è parlato dell'opportunità insita nel settore dei rifiuti, sulle modalità con cui questi vengono trattati e smaltiti, sulla differenza esistente tra gli scarti urbani e, invece, quelli speciali. Ma in particolare si è parlato di come possiamo generare valore da ciò che produciamo di scarto, e di come, all'interno del paradigma dell'economia circolare, si debba prendere in considerazione il riutilizzo programmato dei materiali.

L'incontro, dal titolo Il tesoro nascosto. L'invisibile valore dei rifiuti, è stato presieduto dal presidente di Barricalla Alessandro Battaglino, da Maurizio Onofrio, docente del Politecnico di Torino, Dipartimento Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture, da Roberto Ronco, direttore Direzione Ambiente, Tutela e Governo del Territorio della Regione Piemonte ed è stato moderato dal giornalista e divulgatore scientifico Andrea Vico, ed è per questo un esempio concreto di come i migliori risultati si possano raggiungere soltanto attraverso un dialogo costante tra le imprese, le amministrazioni locali e la comunità scientifica e civile.

Andrea Grossi