Italia sopra la media europea per il riciclo ma mancano gli investimenti nell'economia circolare
Avanti sul riciclo dei rifiuti, indietro sul fronte degli investimenti. Questa la principale sintesi della presentazione in Senato dei primi risultati della Piattaforma italiana per l'economia circolare (ICESP)[1], network di 75 fra istituzioni e aziende nato nel maggio scorso e guidato dall'Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile).
L'Italia in questo momento storico si trova purtroppo ancora molto lontana da Germania, Francia e Gran Bretagna negli investimenti sull'economia circolare. E nonostante questo il nostro Paese riesce comunque ad ottenere molto sul fronte del riciclo e non solo. Figuriamoci cosa otterrebbe con investimenti in linea con gli altri paesi europei. Secondo la Piattaforma, l'Italia è carente anche sul fronte normativo manca infatti una legge che indichi come debbano essere riutilizzati i materiali riciclati. Da una parte si sussidiano attività green e dall'altra si forniscono sussidi che si rivelano dannosi per l'ambiente. «In particolare sarebbe utile avere un'applicazione più efficace delle norme sull’end of waste – ha spiegato Roberto Morabito, presidente ICESP e responsabile del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’ENEA.- in grado di avviare il mercato di una vasta gamma di materie prime seconde, in tempi certi e al passo con le esigenze del sistema paese. Inoltre, sarebbe necessario rendere l’applicazione della disciplina del sottoprodotto certa e uniforme sul territorio nazionale, in maniera tale da consentire l’adozione di pratiche di simbiosi industriale come normali pratiche di gestione e valorizzazione degli scarti; simbiosi industriale che peraltro, si configura come un'efficace strategia per la prevenzione della produzione di rifiuti. Nel consumo di materiali riciclati siamo un gradino più in alto di Francia e Germania mentre per capacità di riciclare i rifiuti solidi urbani siamo più su di Francia e alla pari con il Regno Unito. La percentuale di riciclo dei rifiuti in Italia è del 67% contro il 55% della media europea; anche sul riciclo dei rifiuti da imballaggio siamo ben oltre la media Ue, in particolare nel caso dei rifiuti di legno ci attestiamo al 60% contro il 40%. Molto buona anche la percentuale di addetti nel settore dell’economia circolare rispetto al totale degli occupati in Italia, che si attesta al 2,05% contro l’1,71%. In Europa siamo quindi sopra la media per indici di riciclo di tutte le tipologie di rifiuti, ad eccezione di quelli elettrici ed elettronici dove siamo sotto».
Nella piattaforma sono stati coinvolte circa 80 fra istituzioni e aziende di rilievo nazionale e 60 buone pratiche elaborate da 6 gruppi di lavoro su 6 tematiche trasversali: dal riciclo dei materiali ai prodotti da materiali secondari, dalla sharing economy ai modelli di gestione. Ora saranno condivise con la piattaforma europea ECESP che finora ha raccolto 184 buone pratiche di cui 24 italiane. I sei gruppi di lavoro della piattaforma ICESP sono coordinati da Università di Bologna, Regione Puglia e CNA, Ministero dell’Ambiente e Ministero dello Sviluppo Economico, ENEL e Intesa Sanpaolo Innovation Center, Regione Puglia e Unioncamere. Giova ricordare che la Piattaforma è nata a seguito della scelta da parte della Commissione europea di includere ENEA nel Gruppo di Coordinamento della piattaforma europea ECESP in qualità di rappresentante del mondo della ricerca. Come unico membro italiano è stata invitata a svolgere il ruolo di hub nazionale per l’economia circolare, agendo come interfaccia tra il sistema Italia ed ECESP. Sulla base di questo incarico ha promosso la realizzazione della piattaforma ICESP, che ha la finalità di creare un punto di convergenza nazionale su iniziative, esperienze, criticità, prospettive e aspettative legate all'economia circolare, che il sistema Italia vuole e può rappresentare in Europa con un’unica voce, promuovendo il modello italiano di economia circolare.
Non resta che augurarci che questa Piattaforma possa spingere il Governo a favorire finalmente quegli investimenti nel settore dei rifiuti per dotare l'Italia di quegli impianti di cui è carente in modo da risolvere una volta per tutte l'emergenza e colmare il gap con gli altri paesi.