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17 maggio, 2019

Cresce la raccolta differenziata ma troppe regioni sono ancora lontane dagli obiettivi europei

Ha superato la soglia del 55% la raccolta differenziata in Italia nel 2017. Lo certifica il rapporto annuale del Sistema Nazionale per la protezione Ambientale (SNPA) composto dalle Arpa di ogni regione e dall'Ispra. Il rapporto è stato presentato nelle scorse settimane a Roma ed ha attestato una raccolta differenziata del 55,5%, attestandosi in termini assoluti a 29,6 milioni di tonnellate con una riduzione dell'1,8% rispetto al 2016 (534 mila tonnellate in meno). Prima di addentrarci nel dettaglio di questa importante tendenza, analizziamo anche la parte del rapporto che si occupa in particolare della produzione dei rifiuti in Italia. «Nel 2017, la produzione nazionale dei rifiuti urbani si attesta a 29,6 milioni di tonnellate, facendo rilevare una riduzione dell’1,8% rispetto al 2016 (-534mila tonnellate). Dopo l’aumento riscontrato tra il 2015 e il 2016,sul quale aveva peraltro anche influito il cambiamento della metodologia di calcolo (inclusione nella quota degli RU dei rifiuti inerti derivanti da piccoli  interventi di manutenzione delle abitazioni), si rileva dunque una nuova contrazione della produzione. Tra il 2006 e il 2010 la produzione si è mantenuta costantemente al disopra dei 32 milioni di tonnellate, attestandosi successivamente, a seguito del brusco calo del biennio 2011-2012 (concomitante con la contrazione dei valori del prodotto interno lordo e dei consumi delle famiglie), su valori quasi sempre inferiori a 30 milioni di tonnellate (solo nel 2016 il quantitativo si è collocato al di sopra di tale soglia). I maggiori valori di produzione pro capite, con 642 chilogrammi per abitante per anno, si rilevano per l’Emilia-Romagna, il cui dato risulta comunque in calo dell’1,7% rispetto al 2016. Segue la Toscana, il cui pro capite si attesta a 600 kg per abitante per anno con (- 2,6% rispetto al 2016)». Le notizie positive, come visto, arrivano soprattutto sul fronte della raccolta differenziata che occupa uno spazio di rilievo all'interno del corposo rapporto SNPA. «Nel 2017, la percentuale di raccolta differenziata, determinata secondo la metodologia prevista dal DM 26 maggio 2016, è pari al 55,5% della produzione nazionale. In valore assoluto, la raccolta differenziata si attesta a circa 16,4 milioni di tonnellate, aumentando di poco più di 600 mila tonnellate rispetto al 2016. Un contributo rilevante all’aumento della percentuale è, quindi, ascrivibile alla riduzione della produzione del rifiuto urbano indifferenziato, -1,1milioni di tonnellate tra il 2016 e il 2017. Si segnala che il dato di raccolta differenziata ricomprende, laddove disponibili, i quantitativi di rifiuti organici destinati a compostaggio domestico, pari, nel 2017, a poco meno di 270 mila tonnellate. Nel 2017, la più alta percentuale di raccolta differenziata è conseguita dalla regione Veneto, con il 73,6%,seguita da Trentino Alto Adige, con il 71,6%, Lombardia, con il 69,6% e Friuli Venezia Giulia, con il 65,5%. Tutte queste regioni superano, pertanto, l’obiettivo del 65% fissato dalla normativa per il 2012. Si collocano al disopra del 60% di raccolta differenziata  l’Emilia-Romagna (63,8%), le Marche (63,2%), la Sardegna (63,1%), l’Umbria (61,7%) e la Valle d’Aosta (61,1%), e al di sopra del 55% (valore medio nazionale) il Piemonte (59,3%) e l’Abruzzo (56%). Toscana e Campania fanno rilevare percentuali di raccolta rispettivamente pari al 53,9% e 52,8%. Nel complesso, pertanto, sono 13 le regioni che raccolgono in maniera differenziata oltre la metà dei rifiuti urbani annualmente prodotti. La Liguria fa registrare una percentuale del 48,8%, il Lazio del 45,5% e la Basilicata, con una crescita di oltre 6 punti rispetto al 2016, del 45,3%. Superiore al 40% è la percentuale della Puglia (40,4%, +6 punti rispetto al precedente anno) e prossima a tale valore quella della Calabria (39,7%, +6,4 punti). Il Molise supera per la prima volta la soglia del 30%, attestandosi al 30,7%, e la Sicilia quella del 20%, con un tasso di raccolta del 21,7%. Per quest’ultima regione, le cui percentuali sono ancora lontane dagli obiettivi della normativa, si rileva una crescita di 6,3 punti rispetto alla percentuale del 2016 (15,4%)».

La direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE, ricorda il rapporto, affianca agli obiettivi di raccolta previsti dalla normativa italiana target di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio. Nel caso dei rifiuti urbani, la direttiva quadro prevede che, entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti, quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici e, possibilmente, di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti siano simili a quelli domestici, siano aumentatati complessivamente almeno al 50% in termini di peso. La direttiva quadro è stata ampiamente modificata dalla direttiva 2018/851/UE, che ha aggiunto ulteriori obiettivi perla preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio, da conseguirsi entro il 2025 (55%), 2030 (60%) e 2035 (65%)

Andrea Grossi