L'Ue bandisce stoviglie e piatti monouso in plastica, i produttori: danno enorme e igiene a rischio
La Direttiva Europea approvata lo scorso 24 ottobre dal Parlamento Ue preoccupa e non poco PlasticsEurope[1], l'Associazione di Federchimica che rappresenta i produttori di materie plastiche: alcuni prodotti monouso in plastica saranno messi al bando tout court nonostante i tentativi di emendamento messi in atto da alcuni eurodeputati italiani. Le misure della direttiva vengono considerate sproporzionate e non in grado di risolvere il grave problema dei rifiuti di plastica in mare. Un danno enorme per l'industria italiana. L'associazione esprime infatti profonda preoccupazione per gli effetti di tale bando sulla filiera dell'industria delle plastiche in Italia. «I numeri di fatturato (1000 milioni di euro diretto, 2300 milioni di euro indiretto) e di addetti (2000 diretti e 8500 indiretti) – si legga nel comunicato stampa di PlasticsEurope - sono tutt'altro che trascurabili e dimostrano l'assoluta eccellenza di questo comparto italiano nel panorama europeo. L'eliminazione di piatti e posate in plastica va valutata dal punto di vista dell'igiene alimentare: a questo riguardo sarebbe più che opportuna e tempestiva una valutazione da parte di EFSA (l'autorità europea per la sicurezza alimentare). Le imprese associate a Federchimica/PlasticsEurope Italia si impegnano a perseguire precisi programmi e proposte volti ad assicurare il recupero e il riciclo dei prodotti in plastica monouso, in linea con gli obiettivi di riciclo previsti dalla Commissione europea per l'imballaggio in plastica. Si auspica che le prossime discussioni istituzionali possano portare a sostanziali modifiche del testo». L’associazione ha chiesto dunque l’intervento dell’EFSA, per valutare le possibili conseguenze di questa misura sull’igiene alimentare scaturite dal divieto di utilizzo di posate e piatti monouso. Secondo PlasticsEurope la direttiva europea non fornirebbe definizioni complete ed esaustive dei prodotti vietati e dei ruoli per il riciclo e questo potrebbe generare ulteriore confusione. I materiali monouso in plastica, sottolinea l’associazione, non solo gli unici responsabili dell’inquinamento in mare, frutto di fattori molto complessi tra cui una gestione impropria dei rifiuti e la sommatoria di abitudini sbagliate. Ma non c'è solo PlasticEurope sul piede di guerra. Anche EuPC[2], altra associazione che rappresenta i produttori degli articoli monouso in plastica ha voluto a sua volta far presente i possibili danni per l'igiene e la salute dovuti all'abolizione delle stoviglie monouso. «Sarebbe decisamente meglio creare un regolamento europeo anti-littering (uguale per tutti i consumatori dell’UE), invece di vietare prodotti che saranno sostituiti da alternative meno rispettose dell’ambiente». Un tema sul quale sta puntando anche European Bioplastics, associazione europea dei produttori di bioplastiche. Il suo punto di vista è un po' più diplomatico delle altre associazioni. Da una parte si è infatti detta favorevole al passaggio ad un'economia circolare con la riduzione dei prodotti usa e getta ma allo stesso tempo non si possono dimenticare i problemi legati all'igiene. Non sarebbe giusto cioè abolire il concetto di prodotto monouso quando esistono sul mercato piatti e posate biodegradabili, prodotti certificati, che possono rappresentare un'alternativa virtuosa ai prodotti tradizionali in plastica. In più c'è un problema pratico come ha sottolineato François de Bie, presidente di European Bioplastics, relativo alla difficoltà di sostituire questi prodotti nella realtà quotidiana. «In alcuni contesti a circuito chiuso, come mense, catering aereo, eventi sportivi e concerti, offrono una soluzione efficiente e indispensabile per garantire la sicurezza e l’igiene di cibi e bevande, assicurando al tempo stesso la raccolta e il riciclo dei rifiuti». Il problema è proprio questo. Tutti siamo d'accordo sul prendere misure per limitare l'inquinamento ed arrivare ad una vera economia circolare. Ma questo obiettivo non si raggiunge con le chiacchiere, va messo in pratica. Abolire i prodotti monouso senza aver prima delineato delle valide alternative non servirà a niente, se non a creare ancora più caos senza risolvere il problema.