L'Ue boccia la manovra, preoccupanti scenari per l'Italia
La manovra economica adottata dal governo, al di là di quelli che saranno i risvolti pratici della versione definitiva, suscita preoccupazione nel mondo industriale e si è attirata numerose censure europee. «Il debito pubblico italiano rimane una vulnerabilità cruciale – scrive al governo la direzione generale affari economici e finanziari[1] - l'Italia ha notificato a Eurostat un debito lordo delle amministrazioni pubbliche per il 2017 pari al 131,2% del PIL, confermando così che l'Italia non ha compiuto progressi sufficienti verso il rispetto del parametro di riferimento relativo all'adeguamento del rapporto debito/PIL nel 2017. Il DPB 2019 prevede una leggera diminuzione del rapporto debito/PIL dal 131,2% del PIL nel 2017 al 130,9% nel 2018 e al 130,0% nel 2019. La diminuzione del rapporto debito/PIL è poi attesa continuare, fino al 126,7% del PIL nel 2021. Nonostante la riduzione prevista del rapporto debito/PIL, non si prevede che l'Italia soddisfi primafacie il parametro di riferimento relativo all'adeguamento del rapporto debito/PIL nel 2018 e nel 2019 sulla base del DPB 2019. Un debito pubblico così elevato limita lo spazio di manovra del governo per spese più produttive a beneficio dei suoi cittadini. Date le dimensioni dell'economia italiana, è anche una fonte di preoccupazione per l'area euro nel suo complesso (…). In particolare, l’ampia espansione di bilancio prevista per il 2019 è in netto contrasto con l'aggiustamento di bilancio raccomandato dal Consiglio. Questa traiettoria di bilancio, unita ai rischi al ribasso per la crescita del PIL nominale, sarà incompatibile con la necessità di ridurre in maniera risoluta il rapporto debito/PIL dell'Italia». Parole forti che non lasciano spazio a grandi fraintendimenti e che potrebbero acuire il braccio di ferro portando ad un'accelerazione nella procedura di infrazione nei confronti dell'Italia e quindi dell'arrivo di pesanti sanzioni. Spetterà eventualmente al Consiglio Ue che si riunisce a metà dicembre riscontrare la sussistenza dell'eccessivo deficit: compiuto questo passo si procede verso le sanzioni che possono arrivare ad un massimo dello 0,2% del Pil dell'anno precedente. Decisiva sarà la volontà della Commissione Ue di contestare al governo Conte il mancato rispetto dell'impegno sulla riduzione del debito che era stato preso dall'esecutivo Gentiloni. Nel frattempo anche il mondo industriale e imprenditoriale è fortemente preoccupato degli scenari futuri, viste queste premesse. «Allora vogliamo essere noi giovani ad aprire una procedura di infrazione nei confronti del Governo per eccesso di cambiali in bianco – ha detto Alessio Rossi, presidente dei giovani di Confindustria[2] - non vogliamo rischiare un vero e proprio declassamento del rating generazionale: il nostro futuro rischia di diventare un titolo junk. Spazzatura. Vorremmo consigliarlo a tutti: basta con le sceneggiate delle manine misteriose, fanno ridere, anzi, quando coinvolgono le più alte istituzioni della Repubblica, fanno piangere. Chi ha la responsabilità di governare il Paese se la assuma pienamente, senza la caccia ai capri espiatori. Altrimenti, con le mistificazioni della realtà, anche le istituzioni diventano bolle speculative». Sento di condividere queste preoccupazioni, forse non abbiamo mai visto nella storia istituzionale e politica del nostro Paese tutta questa leggerezza e questo pressappochismo che aprono uno squarcio piuttosto preoccupante sul futuro economico dell'Italia.