1842 Andrea Grossi Articoli
28 novembre, 2018

Come saranno smaltite le macerie di Genova? Le richieste di Legambiente

La tragedia del ponte crollato a Genova ha colpito tutta Italia. Dopo il ricordo commosso delle vittime è iniziata la caccia ai possibili responsabili del disastro e gli interrogativi su chi dovrà ricostruire il ponte. C'è però un altro aspetto inevitabilmente passato in secondo piano: lo smaltimento delle macerie. In questi giorni Legambiente ha sottoposto la questione al governo chiedendo precise garanzie sulle modalità di intervento. Il presidente nazionale dell'associazione, Stefano Ciafani, ha scritto una lettera al governatore della Liguria Giovanni Toti, al sindaco di Genova Marco Bucci, al ministro dell'ambiente Sergio Costa ed a quello delle infrastrutture Danilo Toninelli. «In questi giorni si è avuta una accelerazione nelle scelte che riguardano la demolizione del Viadotto Morandi. Si è anche parlato di tecniche di demolizione, ma ancora nulla si è detto su cosa di vuole fare delle macerie. Per Legambiente è fondamentale individuare come e dove si smaltiranno le migliaia di tonnellate di materiali provenienti dalla demolizione del viadotto e di eventuali edifici, così come è necessaria e propedeutica la relazione con gli sfollati che ancora oggi vivono una enorme incertezza sul loro futuro e col tessuto imprenditoriale colpito, che vanno coinvolti nella definizione del Piano».  In particolare secondo Legambiente sono quattro le questioni indispensabili da chiarire: la gestione dei materiali pericolosi, di quelli da recuperare in maniera selettiva, l’utilizzo delle macerie, l’area in cui separare i materiali, la loro movimentazione e la destinazione finale. «È importante – prosegue la lettera - che su temi così importanti, che possono da un lato ridurre l’impatto di queste fasi di cantieri nei confronti della città e dei cittadini e che dall’altro consentono di rafforzare le competenze nel riciclo di materiali in edilizia e di recuperare cave dismesse, si apra subito un confronto con la popolazione locale che ha dovuto abbandonare le proprie abitazioni il sistema delle imprese genovesi e liguri e con gli Enti Locali. I materiali pericolosi provenienti dalla demolizione andranno gestiti con grande attenzione, a partire dall’amianto, per garantire la massima sicurezza dei lavoratori e la prevenzione di inquinamento nelle aree coinvolte durante la fase di demolizione. Per quelli che devono essere gestiti e recuperati in maniera selettiva, andranno rispettati gli obiettivi e il Protocollo che l’Unione Europea UE ha adottato per la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione. Molti di questi possono essere riciclati, come metalli, inerti e cemento, ma anche vetri, legno, plastiche e altro provenienti dagli edifici. Nell’eventualità fosse necessario demolire edifici e capannoni industriali, è necessario che il progetto di demolizione del viadotto individui anche i criteri per realizzare una demolizione selettiva degli stessi in modo da avviare i materiali alle diverse filiere di recupero e riciclo». Solitamente le macerie che provengono da una demolizione contengono il 98% di materiale inerte che opportunamente lavorato può essere poi riutilizzato nelle costruzioni, per riempire le cave dismesse o per i movimenti terra. Secondo Legambiente è opportuno che si individuino le aree di conferimento per il riciclo e riutilizzo attraverso accordi con i proprietari e gli enti locali. «Inoltre, solo attrezzando un sito temporaneo il più possibile prossimo alle aree di demolizione, dove selezionare per poi avviare al riciclo i vari materiali, e una attenta programmazione dei cantieri e in particolare del trasporto può evitare che si complichi ulteriormente la situazione del traffico nella città per il passaggio di migliaia di camion».

Andrea Grossi