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15 novembre, 2018

Le imprese investono sempre di più nella formazione: fino a 7mila euro a dipendente

La formazione continua a rappresentare per le imprese italiane una cospicua quota dei propri investimenti. Spendono in media dai 4.000 ai 7.000 euro annui a dipendente. Il dato emerge dalle stime di Performance Strategies[1], azienda italiana leader nella formazione business. Il settore che investe di più in formazione è quello del commercio retail/ingrosso (33%), seguito dal settore immobiliare (27%), consulenza (21%) e assicurazioni/finance (19%). Dallo studio emerge anche il tipo di formazione maggiormente ricercato dalle aziende italiane. L'ambito nel quale convergono la maggior parte degli interessi è leadership e management (36%), seguito da commerciale (34%), marketing (21%), sviluppo e motivazione personale (9%). Nei mesi scorsi anche l'Istat[2] aveva provato a delineare il fenomeno. Con il limite delle ricerche di questo tipo che si basano su dati un po' vecchi, in questo caso riferiti al 2015. «Nel 2015 le imprese attive in Italia con almeno 10 addetti hanno speso per i corsi di formazione 1.394 milioni di euro in costi diretti, relativi a docenti, servizi esterni, infrastrutture ecc. A tali costi si aggiungono 2.657 milioni relativi al costo del lavoro dei partecipanti ai corsi, per le ore impegnate nell’attività formativa, e circa 462 milioni come saldo tra i contributi pagati e i finanziamenti ricevuti, per un costo totale di 4.513 milioni di euro. Sulla base del costo complessivo dei corsi di formazione (incluso il costo del lavoro dei partecipanti ai corsi), si è calcolato che il costo medio orario per un corso di formazione è pari a 57 euro. Il livello del costo orario è abbastanza omogeneo rispetto alla dimensione aziendale, con una diminuzione più evidente per le imprese con oltre 1.000 addetti. Anche nel 2015, come per il 2010, il livello dei costi si distribuisce in maniera sostanzialmente omogenea tra i vari settori, ad eccezione dell’industria estrattiva che ha valori superiori alla media (87 euro per ora di corso) e delle attività ausiliarie dei servizi finanziari (77 euro). Nei settori delle attività di trasporto, magazzinaggio, servizi postali e nel settore del commercio al dettaglio il costo orario scende rispettivamente a 45 e 48 euro restando invariato a livello del 2001». Dall'Istat era arrivata anche una fotografia del tipo di formazione più diffusa all'interno delle aziende italiane, delle sue modalità e delle peculiarità dei partecipanti. «La tipologia di formazione tradizionale - il corso frontale in aula con docente - è quella più utilizzata dalle imprese che hanno svolto formazione (87,0%), in linea con i risultati del 2010. Ciò è dovuto anche alla consistente presenza della formazione obbligatoria sulla “sicurezza”, ancora largamente basata sui corsi. Tuttavia sono in deciso aumento altre attività formative: la formazione in situazione di lavoro (training on the job) passa dal 23,9% del 2010 al 46,6% del 2015 e la partecipazione a convegni, seminari dal 26 % al 44,4%. Cresce anche l’autoapprendimento mediante formazione a distanza (FAD), dal 6,4% del 2010 al 20,5% del 2015. La quota di partecipanti ai corsi di formazione sul totale degli addetti delle imprese si attesta intorno al 46% e raggiunge il 60% se si prendono in considerazione gli addetti delle sole imprese che hanno svolto corsi di formazione. L’incremento rispetto al 2010, in entrambi i casi di circa 10 punti percentuali, si riscontra soprattutto nelle imprese medio-grandi mentre in quelle di dimensione inferiore si registra un incremento più moderato».

Credo che il costo per la formazione dei propri dipendenti sia assolutamente imprescindibile per la crescita dell'azienda e di chi ci lavora. All'interno dei nostri gruppi troviamo modalità di formazione sia interna che affidata a società esterne. In quest'ultimo caso diventa fondamentale la serietà e l'affidabilità di queste società di formazione. Solo in questo caso l'investimento aziendale, assolutamente cospicuo, avrà un senso ed un ritorno di valore aggiunto in termini di efficienza e produttività dei propri dipendenti.

Andrea Grossi