1896 Andrea Grossi Articoli
15 ottobre, 2018

Nuove funzioni per il ministero dell'Ambiente: avrà finalmente l'importanza che merita?

Tra i provvedimenti estivi del governo pentastellato c'è stato quello del riordino delle funzioni di alcuni ministeri, tra cui quelle relative al Ministero dell'Ambiente. È diventata legge infatti il  riordino delle attribuzioni dei ministeri dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, delle Politiche agricole alimentari e forestali e dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità. Dopo il via libera del Senato, il testo è stato approvato senza modifiche dalla Camera con 269 sì, 144 no e 25 astenuti. Le novità le scopriamo innanzitutto dalle prime parole del ministro dell'Ambiente Sergio Costa: «Il ministero avrà piena competenza su Terra dei Fuochi, sugli interventi relativi al dissesto idrogeologico, e sull'economia circolare , per dare così una spinta concreta e fattiva all’imprenditoria della green economy, per coniugare sostenibilità ambientale e nuovi posti di lavoro. È una grande e importante notizia per l'intero Paese siamo felici che il testo sia stato convertito in legge. Sulla Terra dei Fuochi, sugli interventi contro il dissesto e sull'economia circolare il Ministero ha le competenze giuste e ora anche l'architrave legislativa per potersene occupare. Siamo subito al lavoro per poter avviare la macchina ministeriale e poter dare subito risposte al Paese». Lo stesso ministro nelle sue dichiarazioni di intenti per il futuro aveva però sottolineato come tra i problemi da risolvere per ridare centralità al suo ministero ci sia quello del personale[1]. «Bisogna ripensare il Ministero dell’Ambiente come amministrazione pubblica prima ancora che come strumento di governo politico. Si deve infatti affrontare con la massima urgenza la questione del personale in servizio presso il Ministero. Ho trovato personale di eccellente qualità ma ampiamente sottovalutato, i cui compensi sono nettamente inferiori ai colleghi che negli altri Ministeri svolgono le medesime funzioni. In questi ultimi vent’anni c’è stato un accanimento verso il Ministero dell’Ambiente che ha portato a svuotare sempre di più i compiti e le dotazioni del Ministero, demotivando ancora di più il personale in servizio e spingendo molti a lasciare l’Amministrazione. Proprio su questo punto, mi propongo di lavorare per realizzare quanto previsto dal Patto per l’ecologia proposto dalle associazioni ambientaliste in campagna elettorale, firmato non solo dalle forze di maggioranza che sostengono questo Governo ma da tutte le forze politiche presenti oggi in Parlamento. In 32 anni di vita, al Ministero dell’Ambiente non sono mai stati banditi concorsi. Non esiste un ruolo tecnico. Non vi sono state modalità di ingresso volte a selezionare il personale. Come prima cosa dobbiamo, quindi, consentire un grande concorso pubblico per potenziare il Ministero. Le buone idee camminano sempre sulle gambe delle persone: se le persone non sono motivate o sono troppo poche, quelle idee non vedranno mai la luce». La stessa Legambiente[2] pur approvando il riordino di competenze aveva sollevato dubbi proprio sulle capacità pratiche del ministero di poter assolvere alle nuove funzioni. «Ben venga la scelta di affidare al Ministero dell’Ambiente la competenza sulla bonifica della Terra dei fuochi, ancora oggi al palo, problema annoso che il Ministro Sergio Costa conosce molto bene grazie alla sua precedente importante esperienza nella repressione dell’illegalità ambientale in Campania - dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente - Siamo invece preoccupati per la scelta del Governo di chiudere le strutture di missione con un passaggio di consegne su questioni tecniche importanti, che prima ad esempio svolgeva la struttura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, e che ora il Dicastero dell’Ambiente dovrà seguire e affrontare nonostante le insufficienti risorse a disposizione. Dopo aver passato al Ministero dell’Ambiente i compiti della struttura di missione, serve capire qual è il progetto alternativo con cui il nostro Paese farà fronte alle emergenze e alla necessità di prevenire i numerosi rischi che hanno portato alla creazione di tale struttura, senza tra l’altro che sia stato ancora approvato l’urgente Piano di adattamento ai mutamenti climatici. Negli ultimi due decenni il Ministero ha subito un depauperamento di risorse e personale, per far fronte ai nuovi compiti è fondamentale che vengano garantite all’Ambiente risorse economiche, umane e competenze tecniche qualificate, in modo trasparente con un concorso pubblico, per affrontare alcune tra le priorità del Paese, come il rischio idrogeologico e il superamento delle croniche emergenze legate al ciclo delle acque, facendo al tempo stesso tesoro dell’esperienza accumulata in questi quattro anni con le strutture di missione».

Personalmente ritengo il ministero dell'Ambiente molto importante ma purtroppo ha sempre  avuto poco peso, a livello istituzionale e di relazione con il mondo economico. In Italia purtroppo è sempre stato tenuto ai margini. Bisognerebbe invece fargli assumere una maggiore rilevanza con più responsabilità e responsabilizzazioni. Mi auguro che questo passaggio istituzionale di riordino delle competenza vada in questa direzione.

Andrea Grossi