1896 Andrea Grossi Articoli
25 settembre, 2018

Una banca di promozione nazionale per rilanciare le infrastrutture

Nelle ultime settimane si è tornati a parlare dello slancio a nuovi investimenti in opere e infrastrutture che potrebbe arrivare dalla Cassa Depositi e Prestiti. Ed anche nel settore della gestione e del trattamento dei rifiuti, considerato l'atavico ritardo italiano, sarebbe una manna dal cielo. La stessa cassa depositi e prestiti nel suo sito ufficiale scrive[1]: «Per la realizzazione di nuovi impianti e l’ammodernamento di quelli esistenti si stima che il fabbisogno di risorse sia ingente e richieda necessariamente l’attivazione di capitali privati. Tuttavia ad oggi il settore non è risultato particolarmente attrattivo, più per le difficili condizioni di contesto che per caratteristiche intrinseche, che invece lo renderebbero adatto sia allo sviluppo di forme di partenariato pubblico-privato, sia a interventi su base corporate. Il sistema burocratico/amministrativo italiano ha reso poi i tempi di realizzazione di nuovi impianti particolarmente lunghi: per autorizzare un nuovo progetto servono in media almeno 7-8 anni; persino le autorizzazioni per l’ammodernamento degli impianti già esistenti richiedono una media di 5-6 anni di attesa. Uno degli elementi più controversi per la realizzazione della dotazione impiantistica è legato poi alla bassa accettazione sociale degli impianti di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti, che rende difficile non solo la realizzazione di nuove strutture, ma anche la normale attività di imprese già a regime. Tramite finanziamenti Corporate o di Project Finance supportiamo gli investimenti per opere, impianti, reti di pubblica utilità o destinati alla fornitura di servizi pubblici nei settori energia, autostrade, trasporto pubblico e di massa, logistica, porti, interporti, aeroporti, sanità, ambiente, idrico, rifiuti, telecomunicazioni, turismo, efficientamento energetico e green economy.». Come ha rilevato Il Sole 24 Ore occorrerebbe arrivare ad una nuova classe di investimenti finanziari per poter accendere l'interesse degli operatori del settore. La Cassa Depositi e Prestiti potrebbe quindi diventare la promotrice di quei fondi di investimento alternativi previsti dal regolamento ELTIF (European Long Term Investment Fund) e diventare davvero una banca di promozione nazionale in grado di poter intervenire in modo molto più rilevante nel capitale di rischio delle imprese per svilupparne l'espansione, l'apertura a livello internazionale e soprattutto gli investimenti infrastrutturali in settori come quello della gestione dei rifiuti, dove occorrono tecnologie innovative e nuovi impianti. Un settore delicatissimo che rischia di implodere senza interventi incisivi. Gli ELTIF sono stati creati per veicolare il risparmio privato verso l'economia reale, concepiti come vettori di investimento per integrare le risorse del sistema bancario e far arrivare i finanziamenti alle imprese che realizzano le infrastrutture dei paesi europei. A tre anni dall'approvazione del regolamento europeo su questi fondi di investimento a lungo termine, diventato operativo solo dallo scorso dicembre, siamo ancora ad una fase embrionale. «Dove reperire le risorse finanziarie necessarie per riprendere ad investire – si chiede Il Sole 24 Ore[2]senza aumentare il debito pubblico? È immaginabile creare un nuovo asset class finanziario in grado di attrarre gli investimenti dei grandi intermediari finanziari che non hanno dimostrato negli ultimi decenni grande interesse per l'economia reale? La risposta è affermativa ad entrambe le domande. L'investimento in attività reali di lungo periodo è una esperienza, come accennato, che ha dato risultati positivi. Molti paesi dell'Europa sono dotati, inoltre, di strumenti di promozione degli investimenti in grado di intervenire a favore dello sviluppo delle attività imprenditoriali con la funzione di National Promotional Banks (NPBs, KfW, CDC, CDP, ICO), costituendo piattaforme internazionali/nazionali/regionali verso le quali fare confluire».    E qui sarebbe il possibile ruolo della Cassa Depositi e Prestiti: come dicevo prima, un suo intervento negli investimenti nel settore rifiuti sarebbe una manna dal cielo per le imprese che vi operano. Spesso però vengono messi vincoli di non finanziabilità. Si fanno solo annunci sui giornali e poi dal punto di vista pratico non cambia niente. Le imprese non aspettano altro che veder finanziate le opere per lo sviluppo di questo Paese.

Andrea Grossi