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17 settembre, 2018

Marchionne era un numero uno: mix esplosivo tra talento e competenze

Sergio Marchionne era il numero uno dei manager nel mondo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, era una persona pratica ed operativa. I risultati  gli hanno dato ragione.

Ha salvaguardato una marea di posti di lavoro ed è stato anche incredibilmente osteggiato per la vicenda dello stabilimento di Pomigliano.

Ha preso la Crhysler, l'ha salvata creando ancora più occupazione. Ha portato la Fiat, azienda tecnicamente fallita a generare grandi utili, a svecchiarla ed ha rinnovare la sua immagine ed il suo marchio. Non si è mai fatto mettere i piedi in testa da nessuno, ha lavorato con le risorse generate dall'azienda senza chiedere niente a nessuno, in netta discontinuità con il passato. Per tutti questi motivi è stata quindi una grande perdita a livello mondiale, mi dispiace solo non averlo potuto frequentare molto, era davvero il numero uno.

Aveva un mix esplosivo che univa i suoi studi alle sue capacità. Figlio di un maresciallo dei Carabinieri ha rappresentato uno dei pochi casi in cui una persona  sia riuscita a coniugare il suo grande talento con i tre titoli di studio primari conseguiti. Studiando filosofia era in grado di inquadrare subito le persone, con le conoscenze economiche sapeva perfettamente leggere un bilancio e con le nozioni giuridiche acquisite a giurisprudenza poteva comprendere un contratto. Tutto questo era un concentrato esplosivo e probabilmente irripetibile. Stiamo parlando di una persona che è stata in grado di portare la Fiat in America, qualcosa di straordinario. Spesso si lodano le personalità solo perché sono venute a mancare, in questo caso però non è così: Marchionne ha lasciato un grandissimo insegnamento ed esempio per tutto il mondo economico italiano.

Andrea Grossi